_ PLACES AS PLACES AS STAGES _ CASTELLANI | KOUNELLIS | LECCA Galleria Fumagalli, MILANO_ 2023

ENRICO CASTELLANI | JANNIS KOUNELLIS | CHIARA LECCA

mostra collettiva a cura di Lóránd Hegyi

dal 26 ottobre al 20 dicembre 2023

Galleria Fumagalli Milano

 

La Galleria Fumagalli presenta l’ottavo e ultimo capitolo della serie espositiva MY30YEARS – Coherency in Diversity.

Ideata dallo storico dell’arte Lóránd Hegyi per la Galleria Fumagalli, il programma di mostre omaggia i trent’anni di direzione della gallerista Annamaria Maggi. A partire dall’esposizione congiunta delle opere di tre artisti seguiti o rappresentati dalla galleria, ogni mostra invita a superare tradizionali categorizzazioni, a rileggere le opere dei maestri storicizzati, a proporre dialoghi inediti e a svelare alcuni parallelismi nascosti tra ricerche e orientamenti artistici di differenti generazioni.

Spaces as Places as Stages intende rivisitare le sfide e le prospettive estetiche materializzate nel lavoro di Enrico Castellani (Castelmassa, 1930 – Celleno 2017) e Jannis Kounellis (Il Pireo, 1936 – Roma, 2017) nel contesto della ridefinizione dello spazio come palcoscenico di eventi, come luogo di azioni immaginarie, movimenti e cambiamenti. Tale incontro espositivo si arricchisce di due opere di Chiara Lecca (Modigliana, 1977), la quale interpreta la trasformazione dello spazio in luogo di apparizione di soggetti emotivi e immaginari, enfatizzando certe espressioni drammatiche e surrealistiche.

 

GREY CAVE_ 2023, legno alpiwood, extension naturali e artificiali

BLACK CAVE_ 2023, legno Alpiwood, extension naturale

 

SENZA FIGURA. Monitor Gallery Pereto AQ _ 2021 _ group show

• GROUP SHOW a cura di Nicola Samorì

Artisti in mostra: Pierpaolo Campanini, Chiara Lecca, Enrico Minguzzi, Mattia Moreni, Nicola Samorì

La galleria Monitor è lieta di aprire la stagione espositiva della sua sede di Pereto con la mostra dal titolo Senza Figura, in cui l’artista Nicola Samorì (Forlì, 1977)  ricopre la doppia veste di pittore e di curatore, mettendo insieme 5 artisti a lui vicini per ricerca, dialogo e condivisione di esperienze.

Chiara Lecca (Modigliana, 1977), Enrico Minguzzi (Cotignola, 1981), Pierpaolo Campanini (Cento, 1964) e Mattia Moreni (Pavia 1920 – Brisighella 1999) prendono di petto la natura, mettendosi di fronte a essa in un confronto tutt’altro che pacificato e fluido, interessati piuttosto alla sua ambiguità, alle sue implicazioni semantiche, alle distorsioni delle forme che si compiono in bilico tra contemplazione e colluttazione. Senza Figura è anche una auto-censura, una raccolta di dipinti e sculture che escludono la presenza del corpo, la tematica più ricorrente nell’opera di Nicola Samorì.

 

La via dell’in-naturale è aperta in mostra, cronologicamente, da un dipinto di Mattia Moreni del 1970, L’agonia dell’anguria allunata su pelliccia, una delle sue celebri non-angurie dove il corpo del frutto è sfregiato da una spaccatura, evocazione di quel sesso femminile che diverrà poi assoluto protagonista nelle sue rappresentazioni immediatamente successive.

Questa ambiguità semantica attraversa tutte le opere in mostra, dove il rapporto col naturale non è mai didascalico. In Pierpaolo Campanini il confronto quotidiano e ostinato con un brandello di natura sfocia in una sorta di trasfigurazione del fogliame, bruciato da bagliori che nella pittura di Enrico Minguzzi diventano resine fluorescenti che accolgono una natura in forma di pura espulsione mentale, privata di ogni sostegno alla gruccia del realismo. In Chiara Lecca la presenza del frammento animale sconfina otticamente in altri regni: le bolle alabastrine che si gonfiano come le angurie di Moreni sono in realtà vesciche animali, così come i fiori recisi sono orecchie di coniglio tassidermizzate. Fiori falsi, come quelli ritratti da Samorì nell’olio su Breccia di Vendôme secondo natura, poiché non sono stati dipinti, bensì come “trovati” sulla pietra e costretti a prendere forma attraverso l’assedio del colore che ne minaccia i perimetri rivelandoli al contempo.

 

Si sa come la natura si piega trasformandosi nello svolgimento delle necessità.

                                                                                                                              Mattia Moreni

SELVA MOLLE. ex Chiesa di San Rocco | Modigliana _ 2021 _ double show

• DOUBLE SHOW Chiara Lecca | Nicola Samorì a cura di Sabrina Samorì

Ex chiesa di San Rocco, Modigliana FC
// Nell’anno 1300 Dante si smarrisce in una selva oscura dove incontra belve feroci e, scortato dall’anima del poeta Virgilio, viene condotto attraverso i tre regni dell’Oltretomba in un viaggio allegorico e ultraterreno che illustra la condizione delle anime post mortem. Rompendo i confini della vita normale attraverso una aperta stratificazioni di significati, che con forza di convinzione ed energia visionaria tocca le sorgenti delle nostre emozioni, la Divina Commedia si fa specchio narrativo del potere metaforico della fantasia del sommo poeta nel rivestire di realtà un mondo immaginario. Trasfigurando leggende popolari, superstizioni e visioni, Dante ci colpisce con forza e ci mette dinnanzi a una sorta di tribunale di giustizia normato dalla simmetria del contrappasso attraverso l’uso di immagini visive ricche di plasticità.

Queste le premesse che hanno definito Selva molle, una mostra che vede il dialogo tra le opere di Chiara Lecca e Nicola Samorì e che si configura come una labirintica discesa agli inferi che porta ad una nuova nascita materica. Come un “mito guida”, nell’ombra della Seicentesca Chiesa sconsacrata di San Rocco, Dante assume il ruolo di Virgilio e ci conduce idealmente in un percorso espositivo che scardina i confini tra sacro e profano e dove le stratificazioni materiche si riversano in forme estreme e contorte. Le opere in mostra celano simboli e archetipi universali che a loro volta racchiudono molteplici e differenti significati. L’alchimia e la manipolazione della materia, caricano le opere di nuovo contenuto: forme che si dibattono per poi riemergere trasfigurate. E’ proprio nell’attenta osservazione di questa metamorfosi materica che ci si deve interrogare per vedere oltre l’immagine e la forma. Questa capacità della materia di esprimere compiutamente i concetti di “naturalità”, memoria e origine, la si ritrova nell’impiego che Chiara Lecca e Nicola Samorì fanno dei materiali trattati come matrici e radici che agiscono sulla nostra capacità di percepire le forme attingendo a una primordiale dimensione istintuale.

L’Accademia degli Incamminati presenta, da domenica 4 luglio a domenica 5 settembre, la mostra
SELVA MOLLE di Chiara Lecca e Nicola Samorì a cura di Sabrina Samorì negli spazi dell’ex chiesa di San Rocco a Modigliana (Forlì – Cesena).
La mostra è realizzata in collaborazione con il Comune di Modigliana nell’ambito del Festival dei Sentieri Agrourbani e grazie al sostegno di Fondazione Cassa di Risparmio di Forlì.
E’ parte degli eventi collaterali alla mostra “Dante. La visione dell’Arte” in programma presso i Musei San Domenico Forlì.

CONTEMPORARY CHAOS | VESTFOSSEN KUNSTLABORATORIUM _ NORWAY, 2018 _ group show

• GROUP SHOW curated by Demetrio Paparoni

 

The 16th edition of Vestfossen KunstLaboratorium, at approximately one hour train from Oslo, will be inaugurated on 5th May, at 1:30 p.m. Curated by Demetrio Paparoni, the international exposition ‘Contemporary Chaos’ will present over 60 artists.

 

The show wants to emphasise the multiplying of artistic driving forces by focusing theattention on artists coming from all over the world, including areas which once were considered absolutely peripheral. The opening of new markets and the effects of the digital revolution have progressively brought about such an amount of information on art issues and events deemed important, while being often just ephemeral, to thwart every attempt of critical-theoretical grouping.

 

The linguistic chaos deriving from the language superimposition is thus a phenomenon going beyond the overcoming of movements and trends recorded since the Eighties of the 20th century.

Contemporary Chaos includes paintings, photographs, videos, performances and great installations. Starting from the premise that finding a unitary tissue in the scene of contemporary art would be absurd both in the West and in the East, the exhibition denies the existence of global linguistic models.

 

Differently from what happened with Modernism, present-day art doesn’t plan the future but analyses the present, focusing on the “here and

now.” In the intricacy of languages that Contemporary Chaos takes into account along the four floors of the huge building which was once a cellulose production plant, the remarkable presence of painting, usually marginalised in great international exhibitions, has a great

significance beside videos, photos, sculptures and installations.

 

As Paparoni writes in the catalogue: “Art has not operated in the realm of language for several decades. Its goal is the reflection on the present, on how and why society has assumed its present connotations. This explains the many works that present contaminations with

photojournalism, the many references to the history of art and the narrative-symbolic turning point of painting. […] Many artworks created in the new millennium tend to accommodate narratives that do not transcend reality, while at the same time amplifying the symbolic system.

In cases in which, in contrast with the so-called global culture, contemporary narrative traces the work back to the author’s history and place in the world, the symbolicdimension extends its meaning universally.”

RETROTERRA. Museo Carlo Zauli | Faenza _ 2017 _ solo show

• SOLO SHOW a cura di MCZ

Chiara Lecca al Museo Carlo Zauli: destini familiari incrociati.

Quando, nella primavera 2002, aprimmo il Museo Carlo Zauli, ci fu da subito molto chiaro come il senso profondo di un luogo come questo non fosse soltanto legato alla doverosa e sentitissima finalità di diffondere e tutelare l’opera di Carlo Zauli, ma fosse strettamente connesso anche ai destini culturali del nostro territorio.

 

Già lo stesso Zauli, che aveva immaginato questo centro culturale quindi anni prima che noi lo realizzassimo, aveva intrapreso azioni chiare ed inequivocabili in questa direzione. Un passaggio fondamentale di questa visione e, più concretamente, dei nostri obiettivi, è dunque sempre stato quello di essere luogo di opportunità, dialogo e confronto con gli artisti che da questo territorio diffondono una luce progettuale di significato profondo e di nitidi contorni espressivi. Da questa volontà nasce il progetto MCZ Territorio, di cui Chiara Lecca è stata protagonista nell’estate 2017. Questa formula prevede di invitare ogni anno un artista, che vive ed opera nella nostra città e nelle nostre zone, a confrontarsi  con gli storici spazi laboratoriali del ceramista scultore a cui questo luogo è dedicato. L’invito a Chiara Lecca in realtà nasce da molto lontano: abbiamo seguito il suo lavoro fino dagli esordi, quando frequentava gli ultimi anni dell’Accademia di Bologna, e ne siamo stati da subito conquistati per la forte libertà espressiva, la potenza del messaggio, l’ironia e la capacità di essere assolutamente autentico. Anno dopo anno, ci siamo ritrovati a scoprire quanto questo lavoro potesse arricchirsi e rinnovarsi, rafforzandosi in ampiezza di mezzi espressivi ed eleganza senza mai tradire la propria identità. Non è quindi soltanto il territorio di appartenenza che ci unisce a Chiara Lecca: come il nostro museo è legato ad una forte identità familiare, così il lavoro dell’artista da sempre affonda le proprie radici e definisce la propria cifra stilistica nella vita e nel lavoro della propria famiglia. Due appartenenze e due identità culturali che in questa occasione si incontrano, fondendo le atmosfere del vecchio studio-laboratorio di Carlo Zauli alle composizioni scultoree e alle installazioni estremamente eterogenee che Chiara Lecca mette in scena per l’occasione.

 

Ma nonostante questa vicinanza e la nostra ammirazione per le brillanti avventure artistiche che Lecca sta riscuotendo in ambito internazionale, per dare un senso più compiuto all’installazione del suo lavoro negli spazi del museo occorreva che ci fosse una forte convergenza progettuale. Ecco che gli ultimi lavori dell’artista, che si fondano da un lato sull’archetipo vaso-ceramico e dall’altro su strutture geometriche modulari nelle quali la natura interviene a modificare la struttura, ci hanno fornito l’occasione giusta per cogliere questa opportunità ed inviare Chiara Lecca ad una esperienza site-specific.

A FIOR DI PELLE. Collezioni Comunali d’Arte in Palazzo d’Accursio | Bologna _ 2017 _ solo show

• SOLO SHOW curated by Sabrina Samorì and Silvia Battistini

In the exhibition of the Collezioni Comunali d’Arte in Bologna Chiara Lecca creates an intervention that leads the viewer’s gaze on a threshold between reality and illusion. A fior di pelle is the title of the project that animates a theater between nature and artifice, where the uncanny ability to manipulate with which the artist assembles organic elements animal leads to a sense of displacement, not without an ironic and amused.Through controversial capacity semiotics of matter, the work of Chiara Lecca compels fact the viewer to rethink its origin, highlighting the rift made by contemporary society between man and nature and the contradictions inherent in the collective removal of the instinctive and wild side as opposed to the rational sphere.
The exhibition is divided in four installations, one of which is specially made for this occasion, and falls into the section ART CITY Polis of the fifth edition of ART CITY Bologna (27 – 28 – January 29, 2017).

 

• MOSTRA PERSONALE a cura di Sabrina Samorì e Silvia Battistini

All’interno del percorso espositivo delle Collezioni Comunali d’Arte di Bologna Chiara Lecca si inserisce con un intervento che conduce lo sguardo dello spettatore su una soglia tra realtà e illusione. A fior di pelle è il titolo del progetto che anima un teatro tra natura e artificio, in cui la perturbante capacità di manipolazione con cui l’artista assembla elementi organici di origine animale provoca un senso di spiazzamento, non senza uno sguardo ironico e divertito. Attraverso le controverse capacità semiotiche della materia, il lavoro di Chiara Lecca costringe infatti lo spettatore a ripensare la sua origine, facendo emergere la frattura operata dalla società contemporanea tra uomo e natura e la contraddittorietà insita nella rimozione collettiva della parte istintiva e selvaggia in contrapposizione alla sfera razionale.
La mostra si articola in quattro installazioni ambientali, di cui una appositamente realizzata per questa occasione espositiva, e rientra nella sezione ART CITY Polis della quinta edizione di ART CITY Bologna (27 – 28 – 29 gennaio 2017).

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LICK. GHISLA ART COLLECTION | Locarno CH _ 2017 _ solo show

• SOLO SHOW curated by Annamaria Maggi

The work of Chiara Lecca is sharp and visionary, belonging to an ancient world, not artificial but natural, that dominates the rough truth – of which she shows, for example, the recycling of what we abhor and discard, hair or cut legs of animals, tails or even entrails … Her playfully and raw, ironic and shocking, dramatic and visionary ways of doing are highly critical of a society too often false and artificial. Her poetics is very feminine, because her way of living nature as a woman is very spontaneous and harmonious, never tragic, heroic or theoretical. Irony and eroticism blend in her work, and sometimes even shock as Chiara Lecca often uses wastes of animal of industrial production, such as ears, bladders, old fur or belts, bringing them back to their original status: the belts becoming snakes, the furs becoming animals, the entrails becoming containers. Through her works, she undermines the acquired certainties by offering to the observer a redeeming freedom of doubt.

For the occasion was be published the book LICK, Italian and English, with texts by Annamaria Maggi and Marinella Paderni. The book cover the artist’s work from her early experiences to date.

 

• MOSTRA PERSONALE a cura di Annamaria Maggi

Il lavoro di Chiara Lecca è tagliente e visionario, appartenente ad un mondo antico, non artefatto, ma naturale in cui domina la cruda verità, del quale ci propone ad esempio il riciclo di ciò che aborriamo e scartiamo, i peli o le zampe recise di animali, le code o ancora le loro interiora … Il suo fare giocoso e crudo, ironico e scioccante, drammatico e visionario è scardinante e critico nei confronti di una società spesso troppo falsa ed artificiale. La sua poetica è molto al femminile, perché il suo modo di vivere la natura da donna è molto spontaneo ed armonico, mai tragico, mai eroico e mai teorico. L’ironia e l’erotismo si fondono nei suoi lavori, destando scandalo perché Chiara Lecca utilizza spesso rifiuti e scarti della produzione industriale di origina animale: orecchie, vesciche, vecchie pellicce o cinture, riportandoli al loro status originale, le cinture tornano ad essere serpenti, le pellicce ad essere animali, le interiora ad essere contenitori. Attraverso le sue opere incrina le certezze acquisite restituendo all’osservatore la libertà salvifica del dubbio

Per l’occasione è stato edito il libro, LICK, bilingue italiano-inglese, con testi di Annamaria Maggi e Marinella Paderni.

Il libro copre il lavoro dell’artista dalle prime esperienze ad oggi.

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SAY IT WITH FLOWERS! _ MUSEUM SCHLOSS MOYLAND, DE _ 2016 _ group show

• GROUP SHOW curated by Alexander Gronert

 

The title of a postcard multiple by Joseph Beuys Lasst Blumen sprechen (Say it with flowers), and his Rose fur direkte Demokratie (Rose for direct democracy) were impulses behind the decision of the Museum Schloss Moyland to expolre the questions of the meaning, impact and relevance of flowers in artfrom 1960s to today.

The exhibition Say it with flowers! Flowers and artificial nature since 1960 stands for the consistent focus of the Museum Schloss Moyland, as has been the case for some time now, on the core areas of art, nature, and Beuys and their multi-layered interconnections. The project is thus another step on the path towards a clear national and international profile for the Museum Schloss Moyland.

QUOD PARET Naturkundemuseum *Ottoneum | Kassel DE _ 2015 _ solo show

• SOLO SHOW curated by Elisabetta Pozzetti

The exhibition originates aiming to create a synergy between the Kassel province and Italy.

Supported by the Museum of Natural History – Ottoneum, the Landkreis Kassel and the Kasseler Sparkasse, the exhibition is curated by Elisabetta Pozzetti

Chiara Lecca has designed a structured path of contamination and dissemination across the museum halls, where several of her artworks interact with the permanent visual displays stimulating new senses and meanings.

The exhibition consists of works dated between 2008 and 2015, allowing an organic overview of the artist’s evolution. From Moths and butterflies (2008) to Peli superflui (2009), Ovo, Bowels (2010), Ovogenesi and Phasianis (2012), up to the series of Fake Marble and Bigbigbubble and the works prepared expressly for the German exhibition.

A wide array of materials is employed, yet all are connected by the same necessity: rebuild the relation between mankind and nature, dismantling those preconceptions and false beliefs – often generated by fear of diversity – that keep us in a deep contrast with the world we all belong to.

In the exhibition is also exposed the work Forma (Bitu), 2015, sprung from the special collaboration of Chiara Lecca with Jannis Kounellis. The work was devised after an intense discussion among the artist and master on the interconnections between food, art and survival.

• MOSTRA PERSONALE a cura di Elisabetta Pozzetti

La mostra nasce col desiderio di creare una sinergia tra la contea di Kassel e l’Italia.

Patrocinata dal Museo di Storia Naturale – Ottoneum, dalla contea di Kassel e dalla Kasseler Sparkasse, è a cura di Elisabetta Pozzetti

Chiara Lecca contamina e dissemina un numero cospicuo di opere capaci di dialogare con gli allestimenti permanenti del museo, in un percorso strutturato evocatore di stimoli e rimandi.

L’esposizione, consta di opere realizzate in un lasso temporale che spazia dal 2008 al 2015, permettendo una visione organica dell’evoluzione della produzione dell’artista. Dalle Moths and Butterflies del 2008, ai Peli Superflui del 2009, all’Ovo, Bowels del 2010, Ovogenesi e Phasianis del 2012, fino alla serie dei Fake Marbles e Bigbigbubble e alle opere realizzate appositamente per la mostra tedesca.

La varietà dei materiali utilizzati è accomunata dalla medesima esigenza: rimettere in relazione l’uomo con l’elemento naturale, scardinando quei pregiudizi, spesso generati dalla paura del diverso, che ci pongono in antitesi col mondo da quale paradossalmente tutti noi veniamo.

All’interno della mostra è esposta anche l’opera Forma (Bitu), 2015, scaturita dalla collaborazione straordinaria di Chiara Lecca con Jannis Kounellis. L’opera è stata concepita in seguito ad un intenso scambio dialettico tra l’artista e il maestro sulle interconnessioni tra cibo, arte e sopravvivenza.

WUNDERKAMMER . Palazzo Poldi Pezzoli e Gallerie d’Italia | Milano _ 2014 _ group show

• GROUP SHOW curated by Martina Mazzotta and Lavinia Galli

The exhibition explores the relationships between art, nature and wonder through the phenomenon of the Wunderkammer, notes “Chambers of Wonder” by late Renaissance.

The exhibition is quite distant from the traditional icon-logic perspective; it crosses different situations and moments of the history of art, collectors, science, philosophy, with an interdisciplinary approach that starts from the sixteenth century and comes up to the contemporary. Twentieth century art, in fact, and specifically the art of certain avant-garde, has regained a system of wonder that the advent of modern science had removed. Juxtaposing to works and artifacts belonging to the sixth-seventeenth century contemporary art presences, the exhibition aims to stimulate the viewer to trace analogies, references and correspondences between the meanings involved in the multifaceted and complex phenomenon of the Wunderkammer.

Many artists in the exhibition including Gianfranco Baruchello, Maurizio Cattelan, Damien Hirst, Jannis Kounellis, Piero Manzoni, Mario Merz, Pino Pascali.

• MOSTRA COLLETTIVA a cura di Martina Mazzotta e Lavinia Galli

La mostra indaga i rapporti tra arte, natura e meraviglia attraverso il fenomeno delle Wunderkammer, le note “camere delle meraviglie” di epoca tardorinascimentale.

L’esposizione prescinde da una prospettiva iconologica tradizionale, per attraversare diverse situazioni e momenti della storia dell’arte, del collezionismo, della scienza, della filosofia, con un approccio transdisciplinare che parte dal Cinquecento e arriva fino alla contemporaneità. L’arte del XX secolo infatti, e nello specifico l’arte di certe avanguardie, si è riappropriata di un sistema della meraviglia che l’avvento della scienza moderna aveva rimosso. Accostando a opere e manufatti cinque-seicenteschi presenze dell’arte contemporanea, la mostra intende stimolare l’osservatore a rintracciare analogie, rimandi e corrispondenze tra i significati implicati nel multiforme e complesso fenomeno delle Wunderkammer.

Numerosi gli artisti in mostra tra cui Gianfranco Baruchello, Maurizio Cattelan, Damien Hirst, Jannis Kounellis, Piero Manzoni, Mario Merz, Pino Pascali.